La scelta del 2025 come Anno del Popolo Gitano in Spagna, promossa dal capo di Stato Felipe VI, coincide con il 600° anniversario della presenza dei gitani nella Penisola Iberica, documentata da un salvacondotto firmato nel 1425 dal re Alfonso V dell'allora Regno di Aragona.
Le celebrazioni hanno preso formalmente il via domenica con uno spettacolo di flamenco al Museo del Prado di Madrid, seguito da un incontro oggi al Palazzo della Moncloa, sede del governo spagnolo, dei "rappresentanti del popolo Rom in Spagna" con il Primo Ministro Pedro Sánchez.
Martedì 8 aprile, Giornata internazionale dei Rom, è prevista una cerimonia senza precedenti al Congresso dei Deputati, il parlamento spagnolo, presieduta dai re di Spagna, Felipe VI e Letizia, per onorare e riconoscere il popolo Rom.
Si tratta di "un importante riconoscimento delle istituzioni sia per il passato che per il futuro", con un "impatto molto rilevante per il popolo rom" in Spagna, ha dichiarato il direttore generale della Fondazione Segretariato Rom, Sara Giménez, in un incontro con i giornalisti della stampa estera a Madrid, tra cui l'agenzia di stampa Lusa.
Per la Fondazione Secretariado Cigano, la più grande organizzazione non governativa europea che promuove l'inclusione e i diritti umani dei Rom, questi sono stati soprattutto 600 anni di "una dura storia di persecuzione", con tentativi di abolire la cultura e le comunità Rom in Spagna, anche attraverso una legislazione discriminatoria, fino al 1978, quando è entrata in vigore l'attuale Costituzione e la democrazia è stata formalmente ristabilita nel Paese.
L'Anno dei Rom in Spagna ha anche lo scopo, secondo Sara Giménez, di "commemorare e far conoscere la realtà" delle comunità Rom, che non sono riconosciute per il contributo che hanno dato e continuano a dare alla società e alla cultura spagnola.
Manca il riconoscimento, ma anche la "conoscenza reale" della storia e della cultura del popolo rom in Spagna, al di là dei luoghi comuni o del folklore, ha difeso Sara Giménez, che ha criticato le lacune su questo tema nei programmi scolastici del Paese.
Esiste un "immaginario spagnolo" sui gitani in cui "persistono i luoghi comuni" e in cui la maggior parte dei membri della comunità, stimata tra un milione e 1,3 milioni di persone, "è invisibile".
In questo 600° anniversario della presenza documentata del popolo rom nella Penisola iberica, "le grandi sfide ancora aperte" sono ancora "la lotta per una reale uguaglianza e la lotta contro l'antiziganismo", poiché questa minoranza continua ad essere la più discriminata in Europa e anche in Spagna, ha sottolineato Sara Giménez.
Nel dichiarare il 2025 Anno dei Rom in Spagna, il governo spagnolo ha sottolineato "l'esclusione, la persecuzione e la discriminazione" che la comunità ha subito e continua a subire nel Paese, ma anche "l'impronta culturale, sociale e linguistica" che ha sulla società.
Per il governo spagnolo, le celebrazioni del 2025 sono un'opportunità per riconoscere "le ingiustizie storiche e attuali affrontate dal popolo rom" e per denunciare le "significative barriere" che devono affrontare in settori come l'istruzione, l'occupazione e l'alloggio.
Nello stesso testo, l'esecutivo riconosce che i Rom continuano a essere oggetto di "discriminazioni e pregiudizi strutturali" che limitano le loro opportunità e perpetuano l'esclusione sociale ed economica della comunità.
In questo contesto, il governo afferma che la celebrazione del 600° anniversario del popolo rom nella penisola iberica è un atto di memoria storica e un impegno istituzionale per "combattere le disuguaglianze che ancora persistono".