Secondo il documento, "l'impatto delle tariffe interromperà le catene di approvvigionamento, aumentando i costi di componenti e materiali" e le "conseguenze saranno negative per produttori e fornitori".

Lo studio della compagnia assicurativa menziona anche che "i componenti attraversano più volte i confini tra Stati Uniti, Messico e Canada per la produzione di un veicolo", il che lascia i produttori che operano negli Stati Uniti "esposti a rischi significativi nel breve e medio termine".

Tuttavia, i Paesi più a rischio sono quelli europei, ovvero Austria, Belgio, Francia, Ungheria e Svizzera.

Il rapporto rileva inoltre che "le esportazioni di automobili tedesche e italiane potrebbero diminuire di oltre il 5% nel 2025 a causa dei dazi statunitensi", tenendo conto delle minacce alle catene di distribuzione in Europa centrale.

L'assicuratore rileva inoltre che "un'altra minaccia per il mercato europeo è rappresentata dalla Cina, dove i produttori offrono modelli più economici e tendono ad adattarsi più rapidamente alle condizioni del mercato".

A livello globale, il settore deve affrontare anche sfide demografiche, con una popolazione sempre più anziana che porterà a un calo della domanda futura di veicoli.

D'altro canto, "i produttori tradizionali di motori a combustione sono costretti a riorientare la loro produzione per evitare la chiusura" con la crescita del mercato dei veicoli elettrici.

Secondo lo studio di Crédito y Caución, si stima che le vendite di veicoli elettrici raggiungeranno il 59% delle vendite totali entro il 2030.